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Il compito apostolico che Cristo ha affidato a tutti i suoi discepoli ha dunque un riflesso concreto nell'ambito sociale. È inammissibile pensare che per poter essere cristiani sia necessario voltare le spalle al mondo, guardare con pessimismo la natura umana. Tutto ciò che è onesto, fino al più piccolo avvenimento, racchiude in sé un significato umano e divino. Cristo, perfetto uomo, non è venuto a distruggere ciò che è proprio della condizione umana; ma assumendo la nostra natura — tranne il peccato — è venuto a nobilitarla, è venuto a condividere tutte le ansie dell'uomo, tranne la triste avventura del male.
Il cristiano deve essere sempre pronto a santificare la società dal di dentro, collocandosi pienamente nel mondo, ma senza essere del mondo in tutto quello che esso contiene — non per sua intrinseca proprietà, ma per difetto volontario, per il peccato — di negazione di Dio, di opposizione alla sua amabile volontà salvifica.
Documento stampato da https://escriva.org/it/es-cristo-que-pasa/125/ (12/05/2024)